I piloti del porto di Livorno fanno la loro parte anche nella salvaguardia dell’ambiente marino e dei suoi abitanti.

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Fonte : Arpat news

Nella mattinata di lunedì 6 luglio 2020, è ritornata finalmente in mare la tartaruga Caretta caretta Nanuk accompagnata – al molo del Circolo della Pesca “N. Sauro” nei pressi dello Scoglio della Regina – dai ragazzi del Centro estivo del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo che avevano assistito nella sala del Relitto dell’Acquario di Livorno, alla presentazione del progetto Europeo “Pescatori e tartarughe marine: facciamo luce in mare!” per la promozione della pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, evento organizzato dall’Università degli Studi di Siena.

In una giornata fitta di appuntamenti, si è quindi festeggiato il ritorno al mare della tartaruga Caretta caretta Nanuk riabilitata presso il Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe marine dell’Acquario di Livorno, uno dei 4 centri di recupero certificati da Regione Toscana per l’ospedalizzazione e le cure necessarie (Centro di Talamone, nel Parco della Maremma, il centro dell’Associazione Tartamare a Marina di Grosseto, l’Acquario di Livorno ed il centro WWF di Massa).

nanuk frontale

Alle ore 12,00, l’operazione di rilascio è avvenuta dal molo del Circolo della Pesca “N. Sauro” nei pressi dello Scoglio della Regina, grazie al supporto logistico della Capitaneria di Porto di Livorno e dei Vigili del Fuoco di Livorno – Nucleo Nautico che hanno messo a disposizione dell’Acquario di Livorno, che ha lavorato in collaborazione con ARPAT, le imbarcazioni riservate per il trasporto della tartaruga. La liberazione è avvenuta nella zona B dell’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria.

guardia costiera

L’animale era arrivato presso l’Acquario di Livorno, in quanto Centro di Recupero autorizzato al soccorso dell’esemplare e struttura gestita da Costa Edutainment S.p.A. – il 1 Febbraio 2020, su segnalazione giunta dalla Capitaneria di Porto di Livorno e trasmessa alla rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità tramite ARPAT, dopo esser stato trovato impigliato in una rete da posta dai “Piloti del porto di Livorno” a mezzo miglio circa dal porto di Livorno.

Al suo arrivo all’Acquario di Livorno, l’esemplare presentava una lacerazione alla pinna sinistra a livello scapoloomerale, con esposizione di parte del tessuto osseo sottostante ed inizio di necrosi. L’assenza di fratture è stata confermata grazie all’esame radiografico effettuato dallo staff dell’Ospedale Veterinario di Ardenza, che ogni volta in casi come questo fornisce un prezioso supporto e contributo.

Al momento del recupero la tartaruga, di sesso femminile, pesava 21 kg con una lunghezza di 56 cm di carapace ed una larghezza di 51cm. Dopo i 5 mesi di “degenza” presso il Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe Marine dell’Acquario di Livorno – dove lo staff acquariologico e veterinario si è preso cura dell’animale – l’esemplare ha raggiuto un peso di 24kg.

Durante la “degenza”, è stato osservato emettere brandelli di plastica attraverso le feci, confermando ancora una volta come l’inquinamento da plastica in mare costituisca un problema enorme per questa e molte altre specie.

Una volta confermato il buono stato di salute, l’animale è stato ritenuto idoneo ad essere rilasciato in mare, previa applicazione previa applicazione di una targhetta metallica (riportante il numero identificativo IT-RT024) e di un microchip per poterlo identificare individualmente.

Inoltre sul carapace della tartaruga è stato applicato, a cura del Professor Paolo Luschi del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Pisa, un radiotrasmettitore collegato al sistema satellitare ARGOS. Il tag satellitare consentirà di seguire gli spostamenti dell’esemplare auspicabilmente per almeno 6-7 mesi dopo la sua liberazione, in modo da ricostruire i movimenti effettuati e identificare le aree maggiormente frequentate. Questa attività ricade nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Toscana allo scopo di studiare i movimenti delle tartarughe comuni presenti nei nostri mari, che così riprende dopo la forzata interruzione dovuta all’emergenza Covid. Il percorso della tartaruga sarà visibile tra qualche giorno collegandosi al sito www.seaturtle.org

L’operazione di rilascio è avvenuta a bordo di un’imbarcazione della Capitaneria di Porto di Livorno, accompagnati anche da un mezzo dei Vigili del Fuoco di Livorno – Nucleo Nautico, grazie allo staff acquariologico e veterinario dell’Acquario di Livorno nella zona B dell’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria alle coordinate 43° 32,733’N e 010° 12,945’E ad una distanza dalla costa di 8,366 miglia nautiche.

Giusto qualche giorno fa, il 1 luglio 2020, era stata liberata a Genova dal tratto di lido demaniale in uso all’Esercito Italiano in Corso Italia, un’altra tartaruga Caretta caretta ritrovata in Toscana il 10 Dicembre 2018 nei pressi del Fosso Camilla a Castagneto Carducci, dopo una collisione con un’imbarcazione. Le sue condizioni erano apparse critiche da subito, perché i danni provocati dalla collisione erano importanti e la tartaruga aveva difficoltà nel nuoto e nell’immersione.

Infatti dopo un periodo di ospedalizzazione presso il Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe marine dell’Acquario di Livorno, la tartaruga era stata trasferita presso l’Acquario di Genova.

Camilla-Regina – così chiamata dallo staff acquariologico e veterinario – un esemplare femmina con dimensione del carapace di 56 cm di lunghezza e 49 cm di larghezza e peso di 18 kg, dopo quasi 2 anni di cure è arrivata a pesare 31 kg ed accrescere la lunghezza fino a 60 cm. Anche a questo esemplare, prima della liberazione, era stata applicata una targhetta metallica riportante il codice identificativo IT-RT023.

La marcatura di questi esemplari è di rilevanza in quanto, se l’esemplare dovesse essere nuovamente avvistato o recuperato, il codice identificativo dovrà essere immediatamente segnalato alla Capitaneria di Porto o un Centro di Recupero e Riabilitazione per tartarughe marine come l’Acquario di Livorno, o ad esempio l’ARPAT.

L’attività di recupero degli esemplari di tartaruga fino al rilascio in mare, dopo la cura necessaria per questi animali, rientrano tra le attività previste pre l’Osservatorio Toscano per la Biodiversità di Regione Toscana che hainaugurato il nuovo Punto Informativo presso l’Acquario di Livorno – che lo gestirà –  in convenzione con il Comune di Livorno e con la Regione Toscana, e con risorse che arrivano dal Progetto Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, denominato EcoSTRIM, che vede la cooperazione di Francia e Italia per la costruzione di una strategia territoriale transfrontaliera di sviluppo e promozione di attività turistiche e sportive sostenibili, dedicate all’ambiente marino e costiero, in particolare lungo le coste bagnate dalle acque del Santuario Pelagos.

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